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Continua il nostro itinerario del Marocco on the road con bambini. Dopo la prima tappa che da Fez ci ha portato fino a Casablanca per poi proseguire alla volta di Marrakech e del deserto, ecco che adesso punteremo verso le località di mare più famose del paese. Da questo momento in poi la ferrovia si interrompe, e perciò viaggeremo sempre in autobus.

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Per spostarci da Marrakech ad Agadir prendiamo un bus della Supratours che in quattro ore al prezzo di 100 Dh ci condurrà in quella che verrà poi eletta la località balneare che ci è piaciuta di meno. Non dimenticate di registrare il bagaglio presso l'apposito sportello presente in ogni stazione degli autobus. Pagherete una piccola cifra e il vostro zaino o valigia o qualsiasi cosa metterete nella pancia del bus, verrà contrassegnato tipo aereo e vi consegneranno la ricevuta. Non perdetela! Servirà per riprendere i vostri averi (controllano sempre prima di ridarvi i bagagli). Il viaggio in autobus con bambini è molto più stressante e impegnativo rispetto al treno; un po' perché non è possibile fare un giretto, poi per le curve che mettono a dura prova gli stomachi delicati. Il mio consiglio principale quindi è quello di evitare di far mangiare i bambini prima di mettersi in viaggio. Assolutamente niente latte a colazione se partite di mattina; meglio prediligere cibi secchi e pochi liquidi.

 

 

Agadir è un posto di mare che qualcuno potrebbe definire ideale: spiagge attrezzate, una lunga passeggiata che costeggia il mare tutta bar, ristoranti e giostre roboanti alla sera. Va bene per qualche giorno ma se dovevate passare le ferie così, perché siete venuti in Marocco?

 

 

Quando non ne potrete più di stare in spiaggia con i calcagni di qualcuno in bocca, potete fare un'escursione a Taghazout, meta molto in voga tra i surfisti. Per arrivarci prendete l'autobus n. 32 dal porto di Agadir che attraverserà Tamraght e Aourir, località conosciute come banana village per via dei bananeti che crescono lungo la strada che collega i due villaggi.

 

 

Agadir ci ha stancato presto perciò risaliamo lungo la costa fino a Essaouira, con un autobus della CTM in tre ore e per 60 Dh. La città del vento è molto suggestiva e offre un giusto compromesso tra i divertimenti di Agadir e una vita di mare più tranquilla. Peccato solo che, dalla tarda mattinata, la spiaggia sia impraticabile per il forte vento che si alza. Credetemi, non dico così per dire, la città del vento non perdona e la sera vi ci vorrà una maglia e dei pantaloni lunghi se non vorrete gelare, agosto compreso.

 

 

Essaouira ha una bella medina e un lungomare in pavimentazione (che adesso dovrebbe essere finito). Anche la zona interna non è male e si trovano diversi piccoli ristoranti che praticano prezzi di molto inferiori rispetto a quelli sul mare. Non perdetevi la cena alle bancarelle del pesce al porto, dove sceglierete quello che volete mangiare e come lo volete cucinato. Mi raccomando di pattuire anche il prezzo - dietro la solita e cordiale contrattazione - per evitare spiacevoli sorprese. Buttate un occhio anche a cosa viene offerto non solo in termini di prezzo e di freschezza, ma anche di etica. Bancarelle che offrono pesci e aragoste troppo piccoli se non addirittura con le uova vanno assolutamente evitate. La pesca dovrebbe avere delle regole precise e laddove invece fanno come gli pare la regola è la vostra coscienza.

Da non perdere una visita al porto da dove potete ammirare le mura fortificate della città e lo Skala du Port.

 

 

Dalla parte opposta della spiaggia è possibile ammirare le rovine di Borj el-Berod, un'antica fortezza quasi interamente ricoperta di sabbia. Potete raggiungerla a piedi con una bella passeggiata verso sud, preferibilmente al mattino presto, quando c'è meno vento e la marea è bassa. La leggenda narra che sia stato proprio qui che Jimi Hendrix prese ispirazione per scrivere Castles Made of Sand, ma in realtà visitò questo luogo solo un anno e mezzo dopo aver composto la canzone. Oltre la fortezza si apre un'ampia zona di dune sabbiose e spazzate dal vento.

 

 

Lasciamo la città del vento e con un autobus della CTM raggiungiamo El Jadida in quattr'ore e per 95 Dh, ammirando lungo la strada che si inerpica per i monti dell'Atlante, le acrobazie delle pecore che si arrampicano sugli alberi per trovare da mangiare. Non è questa però la nostra destinazione finale. Stanchi del troppo vento, e dell'oceano imponente che non entusiasmava troppo i bambini, mettiamo in itinerario una località che inizialmente avevamo scartato: la laguna di Oualidia.

 

 

Una volta giunti alla stazione degli autobus di El Jadida mi è sembrato di trovarmi nelle caotiche stazioni indiane, dove non ci sono cartelli e nessuno ti capisce. Dopo l'assalto di procacciatori vari per alberghi, macchine, autobus, e servizi di dubbia utilità, che ci rimbomberanno in testa oltre all'odore nauseabondo dei cumuli di rifiuti ammassati ovunque, ecco che un ragazzo si offre di aiutarci a dissipare la matassa e ci porta dalla parte opposta della stazione da dove partono i grand taxì diretti alla laguna. Iniziamo la contrattazione ma ci chiedono una cifra esorbitante rispetto a quella suggerita dalla guida. Temporeggiamo un po' e alla fine troviamo un tassista che ci propone una cifra più verosimile, 150 Dh.

 

 

Il perché Oualidia non rientrasse nei nostri piani nemmeno lo ricordo, mi torna in mente invece la coppia di italiani conosciuta a Fez che aveva fissato gli alberghi prima di partire e si rammaricava per non aver trovato posto e quindi doverla saltare. Invece noi non abbiamo nessun problema a trovare un alloggio anche senza prenotazione (tentar non nuoce mai!) e finalmente ci godiamo qualche giorno di mare nella splendida cornice offerta dalla scogliera che domina la laguna, con un buon ricambio di acqua dal mare ma riparata dalle onde dell'oceano e ottima per i bambini.

Dopo aver oziato tutto il giorno al mare potete fare una passeggiata lungo il camminamento che conduce dalla laguna alla spiaggia oceanica e godervi il cambiamento di scenario da placido e tranquillo a brioso e impetuoso dell'oceano. La sera, risalendo lungo la strada che cinge la scogliera arriverete in paese, e troverete tanta vita, un piccolo luna park per bambini, e un mercato alimentare molto attivo lungo il quale abbiamo scovato un ristorante non turistico (quelli sono tutti sul mare) dove mangeremo per ben due volte. In alternativa lungo la strada principale sono disponibili tajine a profusione.

 

 

La data del nostro rientro si avvicina e dobbiamo cominciare a riavvicinarci a Fez da dove prenderemo l'aereo. Però l'idea di soggiornare ancora in una città che abbiamo già visitato non ci alletta più di tanto, quindi puntiamo il dito su Meknès. Da El Jadida in poi è nuovamente disponibile la rete ferroviaria e perciò decidiamo di prendere il treno anziché l'autobus, tra l'altro pieno zeppo per settimane. I grand taxi che fanno servizio a Oualidia partono dalla strada principale in cima alla salita che dalla spiaggia conduce al paese, per raggiungerli ci saremo dovuti fare una discreta scarpinata con zaini, figlioli e passeggino, del resto già fatta all'andata ma in discesa! Invece il nostro albergatore ci propone un'auto privata per la stessa cifra che abbiamo speso all'andata, 150 Dh, direttamente davanti alla porta della stanza. Indovinate un po' com'è andata a finire? Lungo il tragitto non dimenticate di scattare qualche foto alla laguna che si estende ancora per svariati chilometri incorniciata dai campi coltivati. 

Per raggiungere Meknès dal punto in cui siamo occorrono circa cinque ore e un cambio treno. Il primo fino a Casablanca in un'ora e venti; quindi la coincidenza per Meknès. Prezzo 185 Dh. Si fa senza troppi problemi.

 

 

Dopo aver visitato Rabat, Fez e Marrakech, con Meknès chiudiamo il giro delle città imperiali. Da non perdere una passeggiata in calesse che vi farà scoprire le meraviglie della medina. Con una ventina di dirham in un'ora e mezza partendo Place el-Hedim, o come noi dalla piazza oltre il Bad el-Mansour, potrete ammirare il Palazzo Reale e il Koubbat as-Sufara', la piazza d'armi dove si radunavano le Guardie Nere del sultano; il Mausoleo di Moulay Ismail, quindi il granaio e le scuderie Heri es-Souani, dove il sultano teneva oltre dodicimila cavalli e manteneva temperature all'interno accettabili grazie alle ampie mura e a un sistema di canali sotterranei.

 

 

Qui di solito le carrozze si fermano per permettere la visita, che vi consiglio vivamente perché è un luogo molto suggestivo. Proseguendo il giro passerete dal Bacino di Agdal, un lago artificiale che serviva per irrigare i giardini dell'epoca. Il vostro giro si concluderà in Place el-Hedim, davanti a Bab el-Mansour, la porta che dà accesso alla città imperiale che avete appena girato in calesse. Una curiosità: questa porta finemente decorata, oltre a essere la più grande del Marocco è tenuta sempre chiusa; per andare dall'altra parte c'è un passaggio sulla sinistra.

 

 

Merita una visita il mercato coperto che vende tessuti e tappeti, quello dei gioielli, e quello delle spezie, frutta fresca e dolcetti marocchini: c'è una bancarella appena entrate da Place el-Hedim che ne ha di ottimi! Evitate invece di infilarvi nel mercato delle pulci, a meno che non vi piaccia farvi trasportare dalla folla. Meknès ha una bella medina molto piacevole da visitare, anche senza seguire accuratamente una cartina, potete gironzolare per i vicoli e incontrare la gente del posto mentre la vita scorre lontano dal trambusto dei turisti. In qualunque posto sbucherete non sarà difficile raccapezzarvi per ritrovare i punti di maggiore interesse.

 

Il nostro viaggio è finito. Con un treno in mezz'ora e per 30 Dh da Meknès raggiungiamo Fez; quindi con un gran taxi e 150 Dh l'aeroporto.

Per gli orari e i prezzi dei treni potete consultare il sito dell'Oncf.

 

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