La cosa che mi ha colpito non appena siamo atterrati a Kuala Lumpur è stata la disponibilità di voli per il paese a prezzi stracciati, tipico di quei posti dove il petrolio sgorga dai rubinetti di casa.
Senza uscire dall'aeroporto, abbiamo subito preso l'aereo per Kuala Terengganu e da lì un taxi fino al molo di Marang. A cadenza abbastanza regolare, diverse imbarcazioni partono alla volta di Pulau Kapas, splendida isola lambita da acque trasparenti e sabbia bianchissima. Le giornate qui sono scandite dal ritmo naturale: ci si alza quando fa giorno e si va a dormire appena scende la sera. Non c'è altro da fare se non vita di mare e immersioni, non ci sono locali e non c'è vita notturna. Un paradiso insomma! Nella parte nord dell'isola sono concentrati i siti migliori per lo snorkelling, mentre oltre il promontorio che delimita la baia dove sono concentrati tutti i resort ci sono spiagge più belle e tranquille.
Tornati sulla terra ferma il viaggio è proseguito alla volta di Kuala Besut dove, a bordo di motoscafi che vanno a velocità pazzesche mettendo a dura prova la colonna vertebrale, raggiungiamo Pulau Perhentian Kecil, una delle due isole che formano l'omonimo arcipelago più frequentata dai viaggiatori zaino in spalla. Qui c'è un po' più di gente anche se, dopo una cena in uno dei tanti ristoranti direttamente sulla spiaggia e un drink rigorosamente analcolico (la Malesia è un paese musulmano), non rimane altro che andare a letto. In compenso durante il giorno potrete fare delle splendide nuotate in uno dei mari più caldi che abbia mai sentito. Anche qui ci sono diversi siti ideali per le immersioni e lo snorkelling. Ovviamente potrete noleggiare direttamente in loco l'attrezzatura necessaria.
Dopo aver trascorso due settimane in costume e infradito decidiamo di andare a vedere anche qualcos'altro e torniamo sul continente. A Kuala Terengganu abbiamo la fortuna di capitare proprio nei giorni in cui, presso il centro culturale vicino alla spiaggia di Pantai Batu Buruk, va in scena uno spettacolo di danze tradizionali e teatro delle ombre.
Abbiamo occasione di vedere il Silat, una danza marziale che ha avuto origine nel XV secolo a Melaka, dove i danza-lottatori sono accompagnati da suonatori di tamburi e gong.
Il Wayang Kulit, teatro delle ombre, è un'arte molto antica che purtroppo sta scomparendo per colpa della televisione ma che il turismo sta facendo rivivere. L'usanza proviene dall'Indonesia e narra le epopee del testo sacro induista Ramayana.
Dietro una specie di telo illuminato da una lampadina il Tok Dalang, il padre dei misteri, movimenta delle marionette di pelle di bufalo, narra la storia cantando e dirige l'orchestra. Lo spettacolo può durare anche delle ore e di solito si mette in scena ai matrimoni o per festeggiare la fine del raccolto.
Decidiamo di spingerci ancora più a nord, vicino alla frontiera con la Thailandia per visitare Kota Bharu. L'attrattiva maggiore è il mercato notturno più pittoresco della Malesia, il Pasar Besar Siti Khadijah, il museo reale Istana Batu e il simpatico Kampung Kraftangan, una ricostruzione di un villaggio contadino tipico anche se, trattandosi di una cosa turistica, ammirerete il processo di lavorazione dell'argento e dei batik, tralasciando la dura vita dei braccianti nei campi.
Di nuovo in aereo torniamo nella capitale, saltata a piè pari all'andata. Kuala Lumpur è una città sfavillante, dove ampi viali che circondano le Petronas Tower si alternano a vicoli pullulanti di vita.
Dalle bancarelle ai centri commerciali senza soluzione di continuità, è bello perdersi tra la gente che affolla mercati, tempi indù e moschee.
Assaporerete l'ospitalità di un popolo laborioso e, se sarete fortunati come noi (?), pure la tipica coca cola prodotta da loro che di certo non vi toglierà la sete, ma che data la sua somiglianza ad uno sciroppo è probabile che vi calmerà la tosse!