I nostri viaggi sono pieni di avventure che spesso viviamo durante gli spostamenti: quando si dice viaggiare on the road, noi prendiamo la cosa molto sul serio. Come quella volta che dalle Gili Sud Occidentali abbiamo raggiunto la costa nord di Bali.
Lasciamo a fatica la splendida Gili Gede di mattino presto e con un bemo - minibus più mini del solito che circola nelle zone più remote dell'Indonesia, tipo quella in cui siamo – raggiungiamo il porto di Lembar a Lombok per imbarcarci sul traghetto per Padangbai, Bali. Lì contiamo di arrivare prima che faccia buoi e poi, in qualche modo a cui ancora non abbiamo veramente pensato, raggiungeremo la parte nord dell'isola e più precisamente Pemuteran.

Tutti i nostri bei progetti però sfumano a poche miglia dalla costa balinese quando, senza un apparente motivo, il nostro traghetto con la rassicurante scritta sulla carena We bridge the Nation si ferma e rimane immobile per oltre due ore. A bordo sembra essere la routine, dal momento che la maggior parte dei passeggeri continua imperturbabile le sue attività, ovvero guardare un film mangiando ciotole di instant nuddles. Chiediamo a qualcuno ma ci rendiamo conto che tanto è inutile, tanto vale mettersi l'animo in pace: una stanza a Pemuteran l'abbiamo già prenotata, basterà solo arrivarci ma siamo molto ottimisti!
Ci basta però mettere piede sulla terra ferma per capire che non sarà facile trovare un mezzo che ci porti dalla parte opposta di Bali, dove anche se riuscissimo a partire subito, non arriveremo prima di mezzanotte. Sono quasi le 7 di sera e tutti gli uffici e le agenzie turistiche sparse nei dintorni del molo di Padangbai hanno già il bandone a mezz'asta. Dopo aver collezionato una serie di rifiuti - nessuno vuole mettersi in marcia per così tanti chilometri a quest'ora - percorriamo l'unica strada che c'è fino ad arrivare in cima all'incrocio che si dirige verso altre zone dell'isola quando ci si affianca una macchina e un ragazzo a bordo ci chiede dove dobbiamo andare. Pemuteran rispondo come se gli dicessi dietro l'angolo e lui, invece di dare gas e augurarci buona fortuna, ci dice di salire che una soluzione si trova. E noi saliamo, adoriamo le soluzioni, specie quando non crediamo ce ne siano.
Invece il nostro nuovo amico, dopo essere passato a casa dalla moglie a dirle che avrebbe fatto un po' tardi, ci porta fino alla stazione degli autobus di Ubung dove nel frattempo un altro suo amico contattato telefonicamente ci sta aspettando per portarci a Pemuteran, anche a un prezzo onesto devo dire, considerata l'ora e la nostra chiara e palese disperazione: 700.000 Rp a quell'ora e per tutti quei chilometri sono un signor prezzo, niente da dire.
E così, dopo quasi 5 ore dall'approdo a Bali, eccoci davanti al nostro albergo di Pemuteran dove, grazie a una mail a cui incredibilmente hanno risposto subito, il portiere di notte ci apre la stanza e noi sveniamo sul letto.
La Bioroccia di Pemuteran
Ci siamo spinti fino alla costa nord di Bali per fare snorkeling tra i coralli rigenerati tramite un progetto di ricostruzione degli ecosistemi marini famoso in tutto il mondo, ma di cui noi non avevamo mai sentito parlare. Da anni da queste parti un gruppo di ricercatori volontari della Globalcoral porta avanti il progetto Biorock.
Mediante l'impiego di materiali ad alto valore di conduttività elettrica, ovvero l'acciaio dei cavi utilizzati in edilizia, vengono costruite strutture di forme e dimensioni variabili da ancorare sul fondo del mare. Purtroppo in molti tratti di costa la barriera corallina risulta essere compromessa dalla pesca selvaggia, dagli ormeggi e dallo sbiancamento dovuto al surriscaldamento globale.
Dal momento che l'acciaio è una lega di ferro e carbonio, il primo a contatto con l'acqua naturalmente arrugginisce, mentre il carbonio getta le basi per la nuova vita che si svilupperà su strati di calcare che avvolgeranno il cavo, a cui i coralli possono attaccarsi e crescere come se fossero su rocce naturali.
Attraverso queste strutture di acciaio viene condotta elettricità a bassissimo voltaggio che, grazie all'elettrolisi, accelera i processi chimici responsabili della formazione di calcare sulle superfici d'acciaio, attraendo più velocemente i minerali naturali presenti nell'acqua; inoltre la corrente elettrica impedisce alle alghe di proliferare sulle strutture consentendo ai coralli di svilupparsi fino a cinque volte più rapidamente. Si stima che i depositi minerali e quindi la crescita della barriera sia di 50 mm l'anno. Questo tipo di tecnica aumenta anche la resistenza del corallo stesso che non deve impiegare tempo per creare condizioni favorevoli all'attecchimento perché trova già un ambiente idoneo, in un certo senso un terreno fertile.

Inoltre, le strutture in Biorock sono auto rigenerative, ovvero capaci di guarire se stesse da crepe e rotture incanalando nuovo materiale che andrà a sigillare le parti rovinate; in questo modo lo strato superficiale sarà sempre formato da carbonato di calcio fresco. E questo è un bene perché diversi studi hanno dimostrato che le larve di corallo preferiscono superfici calcaree pulite, rispetto a qualsiasi altra superficie artificiale che in questi anni è stata utilizzata per rimediare alle condizioni disastrose in cui versano ormai parecchi tratti di barriera corallina nel mondo. Come ad esempio i relitti che di fatto offrono una casa ai pesci e altre specie marine come le spugne, ma che non sono mai diventati vere e proprie barriere coralline.
La corrente elettrica a basso voltaggio che viene condotta in queste strutture può essere prodotta naturalmente da fonti di energia rinnovabile, quindi la bioroccia trova impiego in qualsiasi parte del mondo grazie ai pannelli solari o alle pale eoliche.
Sì ma come fanno i coralli a svilupparsi proprio lì? Semplice, mediante innesto di piccole particelle che si staccano da barriere coralline sane a causa di processi naturali o in seguito ai danni causati dall'uomo. Certamente i ricercatori impegnati nel progetto non vanno a distruggere barriere sane per piantarne di artificiali.
Un altro aspetto che va a vantaggio degli amanti dello snorkeling è che, per evitare cali di tensione, i cavi che portano la corrente elettrica a basso voltaggio non possono spingersi troppo lontano dalla costa. Ne deriva che per ammirare questi giardini sommersi basta tuffarsi dalla riva.
Lungo la spiaggia di Pemuteran sono segnalati i corridoi da percorrere per entrare in acqua senza danneggiare i coralli che sono davvero vicinissimi alla riva.
Pemuteran come arrivare e dove dormire
Pemuteran si trova sulla costa nord occidentale di Bali; tutti gli autobus e i bemo che collegano Gilimanuk a Lovina passano da qui. Potete quindi inserire Pemuteran anche come sosta tra Java e Bali, dopo aver attraversato il piccolo braccio di mare che separa le due isole ed essere sbarcati appunto a Gilimanuk.
Se invece arrivate dalla parte sud di Bali, sia che percorriate la strada interna scavalcando colline come abbiamo fatto noi, oppure la strada costiera, mettete in conto circa 4 ore per raggiungere Lovina e quindi cambiare mezzo per Gilimanuk e scendere a Pemuteran dopo 1h e 20'.
Da Pemuteran a Gilimanuk invece ci vuole 1 h.
Per dormire e per mangiare c'è l'imbarazzo della scelta, considerate le dimensioni raccolte di Pemuteran che non ha un vero e proprio centro, quanto piuttosto una buona concentrazione di strutture lungo la mezzaluna che delimita la baia. Ce n'è per tutte le tasche, noi abbiamo soggiornato al Gunung Mas Hotel, che offre bungalow in muratura nuovi e pulitissimi intorno a un giardino tropicale pieno di alberi di frutto della passione, che la mattina il titolare ci faceva trovare per colazione. Ah, la colazione è compresa nel prezzo (58 € per 4 notti in camera familiare) e abbiamo dovuto dire più di una volta alla padrona di portarcene di meno!
La spiaggia di Pemuteran è di origine vulcanica, quindi la sabbia è nera ad eccezione di alcuni tratti gestiti da resort di lusso che si sono importati sabbia bianca da qualche parte, de gustibus...
Oltre a dedicarvi allo snorkeling dalla riva, potete fare un'escursione alla vicina isola di Pulau Menjangan per immergervi o fare snorkeling in uno dei punti migliori di Bali.

Presso il centro immersioni Reef Seen Aquatics proprio sulla spiaggia di Pemuteran, potete ammirare una moltitudine di piccole tartarughe che in questa zona purtroppo sono a rischio estinzione. Per questo motivo il centro acquista le uova di queste bestiole a un prezzo esorbitante dai pescatori del posto, e le aiuta a schiudersi in questo vivaio: negli ultimi anni grazie a questi sforzi sono stati rilasciati in mare circa 7000 esemplari. Il centro è anche impegnato nel recupero di tartarughe ferite o comunque in difficoltà.
le tartarughe di Pemuteran
Quindi, mentre l'uomo inquina e i coralli muoiono, un altro uomo impianta strutture di metallo per far rinascere la barriera; mentre l'uomo vende uova di tartaruga per mangiarle, un altro uomo compra quelle uova ma per farle vivere. E' un circolo vizioso da cui potremo uscire solo quando capiremo che i soldi e il progresso non bastano a darci da mangiare se la natura è compromessa.
I coralli di Pemuteran