Viaggiare non è tutto rose e fiori. Non sempre le cose vanno lisce e non credete mai a quelli che vi dicono il contrario. In viaggio come nella vita non esiste la perfezione e, credetemi, questo è un bene.
Personalmente, tutte le fregature come anche le esperienze bizzarre che ho avuto mi sono servite a svegliarmi e non poco, e se oggi riesco ad andare per il mondo senza cadere nelle classiche trappole per turisti è soprattutto grazie a queste.
Oggi ho deciso di raccontarvele...
Il borseggiatore
Una delle prime volte che ho lasciato il nido è stato per una vacanza in Grecia, all'età di vent'anni. La destinazione è Mikonos ma non volevo passare due settimane andando da una discoteca all'altra e perciò metto in itinerario anche un paio di giorni ad Atene. Così, in metropolitana per raggiungere l'Acropoli, un borseggiatore mi frega tutti i soldi che ho dietro per quella giornata, che un attimo prima avevo tirato fuori per comprare il biglietto alle macchinette, facendo così ben vedere dove li tenevo.
Morale della favola: mai tenere i soldi tutti insieme e soprattutto mai farsi vedere mentre si maneggiano.
Strade tutte uguali
Qualche tempo dopo eccomi a Marsiglia per il Progetto Leonardo. Il primo mese ci sbattono in periferia, di quelle veramente ghetto che più ghetto non si può, e da cui si lottò con le unghie e con i denti affinché ci spostassero. Un giorno come tanti vado con un'amica in un centro commerciale, una novità per noi nell'anno '97... Dopo un giretto decidiamo di tornare ai nostri alloggi ma usciamo da un ingresso diverso rispetto a quello da dove siamo entrate. Convinte di raccapezzare la strada giusta, ci incamminiamo da una parte col risultato di perderci del tutto. Beh, sembrerà strano ma trovarci tra quegli enormi palazzoni tutti uguali, circondati da macchine parcheggiate su ogni marciapiede con dentro sempre qualcuno a fare chissà cosa ci fa venire una bella strizza; tanto che, all'arrivo davanti a una scuola, chiediamo senza nessun pudore un passaggio a una ragazza che sta aspettando i suoi genitori.
Morale della favola: se credi di esserti perso, probabilmente è vero.
Il nastro si ferma e la valigia non c'è
La prima volta che ti perdono i bagagli non si scorda mai, la sensazione di smarrimento quando il nastro si ferma e la tua valigia non è arrivata è qualcosa di tremendo. Sarà per questo che, anche dopo tanti anni e altre esperienze simili, ricordo ancora il disagio di trovarmi con i soli vestiti indosso provato nel sud del Portogallo. Meno male che c'era un mercato notturno dove abbiamo fatto incetta di mutande.
La morale qui è stata che mai e poi mai bisogna mettere tutto nella stiva, soprattutto se si viaggia con bambini.
Ok l'indirizzo è giusto
Gli anni passano e mi sento pronta ad uscire dall'Europa e concedermi il primo viaggio intercontinentale. E dove vado? Ma in India naturalmente: non mi sono mai piaciute le mezze misure. Con quello che sarebbe poi diventato il compagno della mia vita, ci troviamo mi pare a Bangalore su un risciò per andare all'ufficio postale; non chiedetemi perché, non ne ho proprio idea! Comunque, il simpaticone del riscioman ci lascia davanti a un edificio fatiscente che in India sarebbe potuto essere benissimo pure un ospedale. Noi polli paghiamo e scendiamo senza controllare e, indovinate un po', eravamo davanti al nulla.
Morale della favola: controllare sempre di essere a destinazione prima di scendere e a maggior ragione di pagare.
No scritta no taxi
L'Asia c'è proprio piaciuta e l'anno dopo decidiamo di andare in Malesia. Dopo aver fatto un giro spettacolare tra le isole torniamo nella capitale. All'aeroporto di Kuala Lumpur veniamo avvicinati da un tipo che dice essere un tassista; ci sembra a posto e lo seguiamo fino alla macchina. E' solo dopo aver visto che c'era anche la moglie seduta davanti che ci è venuto il dubbio potesse essere un abusivo, ma alla fine siamo saliti lo stesso e se sono qui a raccontarvelo significa che è andata bene.
Morale della favola: se la macchina non ha la scritta “taxi” è perché non lo è.
Non si è mai del tutto soli
Dopo un anno eccoci in Australia, al Kakadu National Park, il posto più bello della Terra per chi ama la natura selvaggia. Mentre esploriamo un costone di rocce ricoperto di dipinti rupestri il nostro cammino viene interrotto da una cordicella alta tipo 30 cm che delimita la zona accessibile. Ci guardiamo in faccia quasi divertiti e, da bravi italiani, valutiamo che una barriera così piccola si possa superare tranquillamente. Accenniamo appena ad alzare la gamba per scavalcarla, quando ecco un ranger spuntato chissà da dove che ci fa segno di no col ditino.
Morale della favola: non si è mai del tutto soli, nemmeno negli sconfinati spazi australiani.
Meglio un giro al duty free
Primo anniversario di matrimonio e dove passarlo se non nella città più romantica del mondo? Così, tra passeggiate lungo la Senna e serate ad ammirare la Tour Eiffel tutta illuminata, il fine settimana scorre veloce e arriva l'ora di andare in aeroporto. Una volta lì, non avendo bagaglio da imbarcare ci fermiamo a mangiare qualcosa finché non sentiamo, come una voce che viene da lontano, i nostri nomi chiamati all'altoparlante. Di corsa raggiungiamo il gate che però è già chiuso, nonostante manchino ancora dieci minuti al decollo. Ormai è tardi e l'aereo è perso. Allo stuart, un misto tra impietosito e infastidito dalle mie proteste, non rimane altro che farci il biglietto gratis per il giorno dopo; mentre a noi non resta che tornare a Parigi e scattare così una delle foto più belle che adesso adorna la parete dell'ingresso.
Morale della favola: l'amore è cieco ma il personale di terra ci vede benissimo.
Rimetti sempre l'ora appena atterri
In Messico atterriamo la sera di Capodanno. Stanchi e un po' rincoglioniti pensiamo sia meglio non uscire proprio quella sera, ma stappiamo una bottiglia in albergo, mentre alla tele fanno il conto alla rovescia. A mezzanotte brindiamo e ci meravigliamo non poco per il silenzio con cui i messicani accolgono il nuovo anno; nemmeno il tempo di finire il bicchiere che crolliamo, contenti lo stesso perché da lì in poi per noi sarebbe stato capodanno tutte le sere per un mese. La mattina dopo usciamo e al primo passo sprofondiamo fino al polpaccio in un tappeto di cartacce di botti esplosi proprio sotto la nostra finestra. C'eravamo sbagliati, avevamo seguito la diretta da Puertorico che è un'ora avanti rispetto Città del Messico.
Morale della favola: quando ti senti troppo stanco per uscire, stai a casa.
Mai fidarsi della folla
Torniamo in India con il nostro primo figlio per visitare le isole Andamane e Nicobare. Mentre aspettiamo uno dei tanti traghetti presi per vedere queste meraviglie, sentiamo il fischio tipico delle navi e vediamo che la nostra se ne va. Ancora oggi non riusciamo a capire come sia stato possibile perderla pur essendo in fila. Il punto è che quella fila non era per salire a bordo, ma solo un gruppo di persone che si era improvvisamente alzato per rimanere piantato lì.
Morale della favola: in India le file sono imprevedibili e se tocca a voi sgomitate a più non posso per passare.
Prima paghi poi scendi
L'anno dopo eccoci in Vietnam diretti all'aeroporto di Ho Chi Minh. Appena il taxi si ferma do un'occhiata al tassametro, quindi scendiamo, prendiamo gli zaini e paghiamo in tassista che però mi dà un resto assolutamente sbagliato. Le mie proteste non servono a nulla, soprattutto perché aveva già spento il tassametro. A quel punto però non c'ho visto più e ho iniziato a urlargli di tutto finché lui non mi ha dato banconote su banconote di resto, fin quasi a superare il dovuto.
Morale della favola: pagare sempre prima di scendere e soprattutto prima che venga spento il tassametro.
Solo dei pezzi di plastica
In Tunisia abbiamo avuto seri problemi di liquidità. Dopo aver pagato in contanti l'affitto della casa e della macchina, mio marito va al bancomat per prelevare e sbaglia il codice. La carta gli viene ritirata e, dopo non pochi giorni, telefonate e proteste con quelli della banca che ancora se ci ripenso mi va il sangue al cervello, ecco che ci viene restituita. Il problema però è tutt'altro che risolto, infatti il pin è comunque sbagliato e abbiamo dovuto contattare i servizi interbancari per riaverlo; peccato che ce l'abbiano spedito a casa, in Italia! Meno male che avevamo qualcuno che si è preso la briga di andarlo a prendere nella cassetta delle lettere per poi dettarcelo al telefono.
Morale della favola: bancomat e carte di credito sono solo dei pezzi di plastica, evviva i soldi nelle mutande.
Occhio al conto
Il nord Africa c'è piaciuto e l'anno seguente andiamo in Marocco. Siamo ormai alla fine del nostro viaggio quando, in un ristorante come tanti, ordiniamo una frittura di pesce che doveva essere per tre persone e il prezzo indicato era il totale. Il conto però dice un'altra cosa e cioè quel prezzo moltiplicato per tre: una cifra mostruosa. Beh, che ci crediate o no siamo finiti alla polizia, che tra l'altro era proprio accanto al ristorante, perché non accanirsi nelle contrattazioni è un conto ma farsi fregare in questo modo è tutt'altra cosa.
Morale della favola: se pensate di avere ragione non datela vinta a nessuno.
Chi fa da sé...
Infine Thailandia l'anno scorso. A Chiang Mai facciamo dei biglietti per l'autobus in un'agenzia che vende anche succhi di frutta, Lunar Travel o qualcosa di simile: evitatela come la peste. Quando vado a ritirare i documenti mi accorgo che l'affabile impiegata mi ha conteggiato le commissioni per tutti e quattro i biglietti, facendo lievitare il prezzo fin quasi a raddoppiare. Quando lo faccio presente lei dice che l'importo copriva il viaggio che avevano fatto fino alla stazione degli autobus per acquistarli. Sì, d'accordo, ma mica ci siete andati quattro volte? Beh, per tutta risposta lei mi strappa dalla mani la ricevuta e i biglietti, ma i soldi li aveva presi però. E' dovuto intervenire il proprietario dell'agenzia che naturalmente mi ha reso quanto pagato in più per tutte queste commissioni ricalcolate all'infinito.
Qual è stavolta la morale? Che viaggiare è bello e quando lo si fa in paesi che definiamo in via di sviluppo non dobbiamo accanirci troppo perché spesso, facendo una semplice equivalenza, ci accorgiamo di litigare per pochi spiccioli ma da qui a farsi prendere per i fondelli ce ne passa, e l'onesta va sempre pretesa.