Chi mi conosce sa che non parlo mai dei viaggi che sto per fare. E non solo per scaramanzia, ma per restare con i piedi per terra e permettere alla mia vita di proseguire normalmente nonostante l'emozione che mi stringe lo stomaco.
Adesso però ci siamo e mentre leggete questo post sono in aeroporto, naturalmente con la mia famiglia, verso una meta desiderata da sempre.
Sono anni ormai che spulcio la rete per trovare una tariffa decente per noi, ma tutte le volte mi sono dovuta arrendere perché i prezzi erano davvero troppo alti e quando il portafoglio è comune ci si pensa bene.
Però la ruota gira, e quest'anno finalmente ho trovato il volo che ci permetterà di riempirci gli occhi di gioia per i prossimi 34 giorni, che tolti quelli di viaggio fanno un mese tondo tondo, ovvero tutta la durata del nostro visto per...
No, aspettate! Devo prima aggiungere una cosa: per quelli che pensano che viaggiare sia una cosa solo da ricchi. Ebbene, noi non lo siamo, questo è evidente! Perché se lo fossimo non mi sentirei un tantino alienata quando tiro dritto davanti all'ennesima vetrina, camminando con ai piedi dei vecchi stivali che se avessero il conta chilometri sarebbero da guinness, e con indosso il solito paio di jeans da 4 anni.
Avrei un televisore di quelli ultimo modello, un bell'impianto audio e finalmente un computer decente (detto da un tecnico informatico è un po' osceno, lo so). Ma ci accontentiamo di quello che abbiamo in termini di cose perché sappiamo che siamo molto più felici risparmiando i nostri soldi per viaggiare. Ed è proprio questo che voglio insegnare ai miei figli: meglio spendere per fare esperienze che per possedere oggetti. Poi voglio che vedano come siamo in situazioni diverse dal quotidiano, quando lasciamo la zona di comfort per intendersi; voglio che vedano come si fa a mettere uno zaino in spalla con dentro quattro stracci e prendere e partire per l'altra parte del mondo, come se andassimo in fondo alla strada. Voglio che imparino ad avere a che fare con la gente in tante situazioni diverse, che imparino a cercare una stanza per dormire: quest'anno quello grande ha fatto un bel corso di inglese, e tutto l'inverno non ha fatto altro che chiedere camere d'albergo e ordinare bibite - forse troppo frasario Lonely Planet - ma la strada è quella giusta.
E a proposito di strada noi ne abbiamo davvero tanta da fare e adesso stanno chiamando il nostro volo...quindi...arrivederci alla prossima meta! Non vi ho ancora detto qual è? Beh, seguite il nostro viaggio attraverso i canali social, il segreto non durerà in eterno :)
Commenti
P.s. Ma lo ammetto, sono come te: parto sabato e ancora non ho scritto nulla in merito. Ho il volo prenotato da dicembre e, mai come questa volta, la scaramanzia ha preso il sopravvento.