Viaggiare con i bambini può essere un'esperienza unica, ma anche trasformarsi in un incubo. Ecco alcune cose che abbiamo imparato e degli accorgimenti che adottiamo in viaggio riguardo all'alimentazione.
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Una delle preoccupazioni maggiori quando si viaggia con i bambini è legata senz'altro al cibo. La prima volta che Francesco ha preso l'aereo è stato per andare sul Mar Rosso, per una vacanza tranquilla in un villaggio turistico. Ebbene, nonostante l'appartamento che avevamo e la possibilità di preparargli i pasti, nonché la disponibilità di omogenizzati anche di carne e pesce, lui non mangiava niente. Dopo qualche giorno ha finito con l'indebolirsi troppo e si è ammalato. Niente di grave, avevamo un dottore sempre disponibile e nelle due settimane che abbiamo trascorso lì ha avuto modo di riprendersi e godersi la vacanza.
Quando poi, l'anno dopo abbiamo programmato il viaggio in India, l'ansia del cibo si è ripresentata. Anche perché, proprio io, la prima volta che visitai il paese, feci una gran fatica ad abituarmi alla cucina indiana. Ma erano antri tempi, e noi eravamo due ragazzini che del mondo non avevano ancora visto (e assaggiato) nulla...
Per esorcizzare questa paura abbiamo messo appunto alcuni accorgimenti che ci sono tornati utili durante il nostro vagare per il mondo.
Per cominciare, dovreste abituare i vostri bimbi a mangiare pollo, uova e riso. Con questi tre alimenti potrete andare veramente dove vi pare e giocarvi, in caso del bisogno, il jolly della frittata. Il pollo è l'animale più diffuso del pianeta, nessuna religione ne vieta il consumo e perciò lo mangiano ovunque. Il riso, beh...noi viaggiamo quasi sempre il Asia perciò...
Un'altra abitudine che abbiamo preso è quella di portarci dietro delle scatolette di tonno e un vasetto di Nutella, che nello zaino non si riducono in polvere come biscotti e merendine, e non si deteriorano come invece potrebbe succedere alla marmellata, per esempio. Un pezzo di pane o altro con cui mangiarli si trova sempre.
Queste piccole scorte sono utili nel caso si debba fare ritorno perché i bambini non mangiano e servono a placare la fame in attesa di essere rimbarcati su un volo. Perché viaggiare con i bambini è anche questo: la consapevolezza che se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto il viaggio si interrompe e si fa rientro a casa. Dopo un po' che siete in giro e tutto procede bene potete mangiare il kit di sopravvivenza e smettere di portarvi dietro tutto quel peso!
Se il vostro piccolo ha ancora bisogno di alimenti per l'infanzia, tenete conto che non sempre sono disponibili, e non soltanto in paesi lontani, ma anche per esempio in Tunisia, dove gli omogenizzati di carne e pesce sono proibiti, almeno così mi disse un farmacista di Hammamet. Io che sono una piccola San Tommaso, pensai che fosse una scusa perché magari non ne avevano e allora mi girai tutte le farmacie del posto: nulla. Non contenta arrivai fino al Carrefour di Tunisi, niente anche lì. I soli omogenizzati disponibili sono di verdure e di frutta, e credo che sia una cosa legata alla religione islamica che ha precetti precisi su come debba essere macellato un animale. E' probabile quindi che anche in altri paesi musulmani (tipo il Marocco) non siano reperibili, ma non ho esperienze personali. Per risolvere la situazione abbiamo ripiegato sul pesce fresco, molto più facile della carne da ridurre in purea anche senza frullatore, abituando così definitivamente Alessandro a mangiare “da grandi”. Quando abbiamo lasciato per qualche giorno il nostro appartamento per fare delle escursioni ci siamo portati dietro un piccolo fornellino elettrico acquistato sul posto. Non ne abbiamo comunque mai avuto bisogno perché i tunisini incontrati fuori dai circuiti turistici sono delle persone fantastiche, che addirittura ti fanno entrare in cucina per cuocere quello che ti pare, come ti pare, oppure mollano il lavoro che stanno facendo per andare a comprare biscotti e caramelle da regalare ai tuoi figli. Momenti fantastici che ti fanno sentire benissimo ma al contempo ingrata per le volte che tu non hai fatto lo stesso quando erano loro in difficoltà nel tuo di paese.
Anche il latte in polvere non è sempre reperibile, ma su questo non ho esperienze dirette perché ho allattato al seno. Quando invece i miei figli hanno iniziato a bere il latte vaccino, ho accuratamente verificato che provenisse da una centrale del latte e che fosse pastorizzato, come racconto in questo post di consigli sul cibo in India.
Al ristorante poi a volte serve un po' di fantasia per rendere appetibile anche un piatto sconosciuto; le onnipresenti patatine fritte ci hanno dato un grosso aiuto in India e nelle zone più remote del Vietnam, quando, alternate a carne o pesce estrapolati dai piatti del posto, formavano vagoni di un piccolo trenino che si sa, prima o poi entra sempre in galleria!
E voi, che accorgimenti adottate per far mangiare i vostri bimbi quando lasciate le abitudini di casa?